Un bambino che respira bene si ammala meno frequentemente e sente meglio, un bambino che sente bene può sviluppare migliori capacità linguistiche sviluppando senza difficoltà quel pensiero astratto che è alla base degli apprendimenti scolastici.

La comunità scientifica riconosce il lavaggio nasale con soluzione idrosalina calda come buona prassi di igiene quotidiana. Si tratta di una pratica semplice, rapida, economica e salutare:

semplice perché può essere facilmente insegnata ai genitori;

rapida perché sono necessari pochi secondi;

economica in quanto è una soluzione di acqua e sale e non è necessario acquistare prodotti specifici;

salutare perché non si fa uso di farmaci e perché la salvaguardia della respirazione nasale fisiologica previene l’insorgenza di una serie di condizioni patologiche.

Un neonato che respira bene dal naso sarà un bambino meno soggetto ad infezioni delle alte vie aeree e allergie respiratorie dal momento che le cavità nasali, libere e pulite, potranno svolgere al meglio la propria funzione di filtro nei confronti dell’aria in ingresso, che verrà riscaldata e purificata. Favorire la pervietà nasale significa prevenire l’ipertrofia delle adenoidi e le otiti croniche molto diffuse nella prima infanzia.

Dal momento che l’otite cronica, a causa del ristagno di muco nell’orecchio medio, è molto spesso associata a temporanei abbassamenti della soglia uditiva (sordità rinogena), favorire la corretta areazione dell’orecchio attraverso la pratica dei lavaggi nasali pone il bambino nelle condizioni di sfruttare al meglio le proprie capacità uditive e di sviluppare quell’attenzione uditiva che è fondamentale e imprescindibile per il corretto sviluppo del linguaggio.

Le fosse nasali sono collegate all’ambiente esterno per mezzo delle narici e si sviluppano orizzontalmente all’interno del cranio, per collegarsi posteriormente alle orecchie e alla gola. La particolare conformazione fisica sopra descritta spiega come da un banale raffreddore possano insorgere nuovi sintomi quali mal di gola e otite, un’infezione acuta dell’orecchio spesso molto dolorosa. Questo quadro sintomatico è tipico del bambino per motivi fisici e funzionali: le strutture sono maggiormente ravvicinate e orizzontalizzate e non vi sono i presupposti motori e neurologici per soffiarsi il naso e mantenerlo pulito.

Pur rispettando i tempi di sviluppo di ciascun individuo, è fondamentale che il bambino impari a soffiarsi il naso quanto prima, inizialmente con l’aiuto del genitore, poi in piena autonomia.

Nel neonato e nel bambino piccolo la rimozione delle secrezioni nasali deve essere fatta meccanicamente con soluzione fisiologica attraverso l’aspirazione o i lavaggi nasali.

La pulizia del nasino è importantissima nei primi mesi di vita e andrebbe eseguita tutti i giorni come gesto d’igiene quotidiana e, in presenza di raffreddore, dovrebbe essere ripetuta anche più volte nello stesso giorno.

I bambini più grandi è necessario che imparino a soffiarsi il naso in modo autonomo. Una corretta modalità prevede di soffiare il naso una narice per volta, poi entrambe le narici a bocca chiusa. A volte ci sono bambini, anche grandi, che si rifiutano di soffiare il naso, ma non si tratta di un capriccio: spesso e volentieri il rifiuto nasconde l’incapacità di gestire la corretta sequenza dei movimenti e/o la sensazione di fastidio provata all’interno delle orecchie a causa del ristagno di muco. Si innesca così un circolo vizioso tale per cui il bambino si riempie di muco perché non si soffia il naso e non si soffia il naso perché la presenza del muco gli provoca dolore durante la manovra stessa. Anche in questo caso si può ricorrere ai lavaggi nasali.

Per effettuare il lavaggio del naso è necessario un particolare recipiente simile ad una teiera che deriva dalle antiche pratiche yoga – il Neti Lota – o, in alternativa, una siringa privata dell’ago o una fialetta monodose contenente apposite soluzioni. Gli spray sono meno efficaci dal momento che il liquido, una volta nebulizzato, garantisce una pulizia superficiale della sola zona dietro alle narici.

In caso di infezioni acute delle alte vie respiratorie è indicato l’utilizzo di un’ampolla aerosolica nasale, un attrezzo per il lavaggio nasale che si applica all’aerosol e che permette l’utilizzo della soluzione salina con l’eventuale aggiunta di un farmaco consigliato dallo specialista.

Il neonato viene adagiato sulla schiena (posizione supina) con il capo ruotato da un lato, mentre il bambino più grande può assumere la posizione dell’adulto: busto in avanti, capo ruotato e bocca aperta; si lava sempre la narice che sta in alto e si attende che l’acqua fuoriesca dall’altra narice. Il benessere respiratorio provato dal paziente è immediato, accompagnato dalla netta sensazione di poter effettuare respiri profondi.

Il lavaggio nasale occupa un ruolo fondamentale nella pratica clinica logopedica: la respirazione a bocca aperta diurna e notturna (respirazione orale) è infatti una condizione che accomuna un vasto gruppo di pazienti, apparentemente disomogeneo per patologia e per età. Il “respiratore orale” si riconosce anche a prima vista da alcune caratteristiche estetiche del viso e della postura: viso allungato, occhiaie, labbra screpolate e socchiuse, palato alto e stretto, lingua in posizione anteriorizzata, pronuncia scorretta di alcuni fonemi, ipotonia corporea, senso di stanchezza.

Dunque una corretta igiene nasale è molto di più che un ottimo modo per tenere lontani raffreddori e malanni di stagione. Avere il naso pulito è fondamentale per assicurare ai nostri bambini un corretto sviluppo delle strutture orofacciali, del linguaggio e delle funzioni cognitive funzionali all’apprendimento.

Naso pulito: salute, linguaggio e apprendimento
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